Chi Siamo

La storia del nostro ristorante Lo Scalo è la storia della nostra famiglia, partendo da nonno Cesare.

Sapori autentici, materie prime di qualità e accoglienza sono i valori che ci contraddistinguono. Un “tuffo” tra i colori, i sapori e le emozioni che il Salento sa donare.

Come è nato Lo Scalo

Le Origini

Tutto cominciò nei primi anni Settanta in un giorno di primavera e di disperazione negli occhi, da una famiglia che poteva contare solo sulla resa del pescato ma, con sei figli a carico, i problemi non tardavano a farsi sentire. Così un giorno il padre di famiglia, Cesarino il pescatore, radunò i parenti sullo scoglio in cui raccoglieva le reti da pesca e, guardando il mare, la sua barca e la sua povertà senza speranza, disse loro: “Da oggi cambiamo vita e su questo scoglio apriremo un posticino dove tutti verranno a mangiare”. E fu proprio così.
Non mancava di idee brillanti, Cesarino, che, pur essendo un pescatore, aveva l’animo da imprenditore.
E così partì questo nuovo viaggio con pane, olio, farina, una cucina a tre piedi vope e “pupiddhi” (in italiano pupilli).
A cucinare era Maria Vittoria, la padrona di casa, che ora non c’è più, e che riempiva di profumi e di sapori la Marina di Novaglie, preparando diligentemente e con mani sapienti il pescato che le portava il marito Cesarino.

Cesarino non era solo un pescatore: era un intrattenitore che amava fermarsi a danzare a piedi scalzi con i clienti del posto e incantarli con le sue magiche storie, dando fiato alle sue doti oratorie pur non avendo degli studi alle spalle.
Ben presto Cesarino diventò l’anima del ristorante, amico di tutti, felice e orgoglioso di quello che aveva creato, orgoglioso del suo “Scalo”.
La Marina di Novaglie pullulava di gente, Cesarino si vedeva circondato da persone amate e amiche e ne andava fiero. Quando finivano di lavorare, era doveroso, per lui e la sua famiglia, fare un tuffo nelle acque trasparenti di quel mare incantevole che faceva da contorno al loro ristorante oppure fermarsi a intonare una canzone accompagnati da giovani chitarristi che si adagiavano sugli scogli per tutta la notte. Erano gli anni Settanta, gli anni del “Peace&Love”, degli Hippie e della libertà.

Lo Scalo è sempre riuscito a stare sulla cresta dell’onda e, quando ombrelloni colorati e sedie di plastica non andavano più bene, la figlia che ha preso in mano le redini del ristorante, Maria, insieme al marito e chef brillante, Pippi Longo, che per dieci anni è stato cuoco di bordo sulle navi blu della flotta Lauro, hanno saputo trasformarlo in quella perla che ora risplende come una gemma nelle rocce.
Vennero cambiati gli arredi, i colori (che restano ancora quelli candidi del bianco e del blu come per volerci far fare un salto nelle isole del mare Egeo), eliminate fioriere casuali e cespugli selvatici per essere soppiantati da uno studiato giardino di piante grasse. Infine venne cambiato il menù, quel semplice menù caratterizzato da piatti poveri, sobri ma buonissimi che venne poi arricchito con nuovi piatti studiati per soddisfare il palato dei clienti sempre più esigenti.
L’attenzione ai dettagli è stata messa soprattutto dalla nuova generazione, ossia dai figli di Pippi e Maria, Cesare e Agostino Longo, che hanno saputo accogliere con intelligenza l’amore per la cucina e la passione per il lavoro tramandato loro dal nonno Cesarino, il quale, finché ha potuto, è stato presente nel suo ristorante, anche solo per regalare ai clienti e ai turisti, vasetti di finocchio selvatico, di capperi, di critimi di mare e di alici sott’olio, preparati da lui stesso.

Ed eccoci arrivati al giorno d’oggi, in questo posto che propone, oltre alla sua principale attività, anche due terrazze per prendere il sole, in piena tranquillità e pace, avendo sempre come orizzonte il mare blu; in questo ristorante dove tutti, almeno una volta nella propria vita, desiderano passare e dove molti personaggi noti (non solo dello spettacolo) hanno già lasciato il segno del loro passaggio.
Chiunque scenda le scale che portano al ristorante, rimane meravigliato nel vedere un posto che, dalla strada, non si potrebbe immaginare.
E quando subentra l’inverno e il freddo impedisce di pranzare o cenare sugli scogli, il ristorante apre ai clienti le porte della sua sala interna, riscaldata da un caldo camino e da luci ambrate, per far sentire loro a casa e sempre avvolti da un’atmosfera familiare. È questo il vero segreto per fidelizzare un cliente ed è questo il segreto che ha fatto sì che il ristorante Lo Scalo abbia spento le tanto attese cinquanta candeline.